Tra tutte le tecniche di pesca, quella a passata rappresenta senza dubbio una delle più famose e utilizzate, grazie soprattutto alla sua versatilità: può infatti essere applicata in ogni corso d’acqua che presenti un minimo di corrente e un letto regolare.
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Come si pesca a passata
Per prima cosa, è necessario individuare il luogo più adatto dove pescare, prediligendo zone con tronchi sommersi o rocce, che possono rappresentare un ottimo nascondiglio per i pesci: una volta scelta l’area, si procede con la pasturazione, per attirare il maggior numero di prede.
A questo punto, bisogna montare la canna ed eventualmente inserire il mulinello al quale deve essere legato il filo con su fissato il galleggiante, quindi si deve inserire il piombo nella parte bassa del filo, ad una distanza che varia in relazione alla profondità del fondale.
Si procede poi con il lancio dell’esca con l’amo e, sfruttando il naturale movimento dell’acqua, si trascina il galleggiante lungo il percorso tracciato dalla pasturazione.
Nel caso in cui si notasse la presenza di un pesce attratto dall’esca, per facilitargli la prensione di quest’ultima, è opportuno effettuare la cosiddetta pratica della trattenuta, che serve a rallentare il movimento dell’esca, avendo però l’accortezza di non compiere strattoni che potrebbero spaventare il pesce e farlo scappare.
Tipi di pesca a passata
La pesca a passata si suddivide in tre tipologie principali, che si differenziano tra loro essenzialmente per la lunghezza della canna.
Pesca a passata tradizionale
La più diffusa nel nostro paese, nella quale viene utilizzata una canna la cui lunghezza generalmente è compresa tra i 4 e i 7 metri.
Pesca a passata all’inglese
In questo caso, la canna usata è più corta (3-4 metri) ma è dotata di un maggior grado di sensibilità e potenza. Il galleggiante è di dimensioni ridotte e molto leggero.
Pesca a passata alla francese
Rispetto a quella all’inglese sopra descritta, la passata alla francese viene effettuata utilizzando una canna la cui lunghezza è superiore agli 8 metri. Il galleggiante viene invece posizionato ad una distanza variabile dal fondale del corso d’acqua.
Trucchi utili per la pesca a passata
Quando si decide di utilizzare la tecnica di pesca a passata, al fine di riportare ottimi risultati, è buona pratica ricorrere ad alcune strategie che dipendono principalmente dalla velocità della corrente del corso d’acqua e dalla profondità del fondale.
Acque profonde e veloci
Se la profondità dell’acqua è superiore ai due metri e la corrente è estremamente rapida, si consiglia di utilizzare un galleggiante allungato, dalla forma di goccia rovesciata, il più indicato in condizioni di questo tipo perché è in grado di trattenere meglio l’esca.
La piombatura dovrebbe invece essere eseguita principalmente per mezzo delle torpille, che facilitano la discesa dell’esca verso il fondo.
Acque poco profonde e veloci
Si tratta della situazioni più comune; grazie alla bassa profondità del fondale, che non supera i due metri, non richiede una tipologia particolare di piombatura, la quale può essere eseguita con piombini tradizionali.
Come nel sopracitato caso, però, anche in questo, vista la rapidità della corrente acquatica, risulta consigliabile utilizzare un galleggiante allungato.
Acque profonde e lente
Condizione tipica dei fiumi di fondovalle, dotati di bassa pendenza.
Il miglior galleggiante da usare è leggero e avente una forma a goccia, dotato di elevata sensibilità.
Acque poco profonde e lente
Caratteristica classica dei fiumi e canali di piccole dimensioni.
Per essere efficiente, la pesca a passata in queste situazioni dovrebbe essere eseguita per mezzo di galleggianti affusolati e molto leggeri, mentre i piombi dovrebbero presentare tutti la medesima grandezza.
Prede
Le tipiche prede della pesca a passata sono i pesci di acqua dolce, in particolare i ciprinidi.
Tra i maggiormente diffusi troviamo le carpe, che possono raggiungere dimensioni notevoli e sono dotate di un buon grado di forza; i cavedani, specie molto diffusa soprattutto nei fiumi con fondo sabbioso e i barbi comuni, che possono raggiungere i 4 chili di peso e che vivono lungo i fondali ghiaiosi.
Possono tuttavia essere pescati anche trote, tinche e persici, i quali però si rivelano più difficili da predare, così come le specie di pesci che vivono in acque stagnanti, come i cefali, le spigole e le scardole.
Esche
Sono numerose le esche che possono essere utilizzate con successo nella pesca a passata: insetti quali mosche, vermi, lombrichi o camole, ma anche alimenti come ad esempio il mais, il pane, l’uva o le more.
Alcuni pescatori prediligono invece il pellet, costituito da palline di cibo di dimensioni ridotte, o la pasta per pesca, la quale consiste in un impasto di farina ed altri ingredienti.
È importante ricordare che la scelta dell’esca più adatta dipende essenzialmente dalla stagione e dalle condizioni metereologiche: in caso di clima freddo, è consigliabile usare esche di origine animale, come i sopracitati vermi, camole e mosche, oppure il lombrico se si tratta di una giornata umida o di pioggia.
Con l’arrivo del caldo e della stagione primaverile/estiva, invece, si possono sfruttare esche vegetali quali il mais, mentre in un autunno le more e l’uva.
Qualunque sia l’esca scelta, è comunque fondamentale aver cura di innestarla al meglio affinché nasconda perfettamente l’amo e appaia così il più naturale possibile.
Attrezzatura ideale
Passiamo infine ad analizzare quali sono le attrezzature indispensabili per la tecnica della pesca a passata.
Canne da pesca a passata
Si può utilizzare sia una canna fissa (più leggera e maneggevole) che una canna bolognese (permette di fare lanci più precisi e distanti) la cui lunghezza è compresa tra i 3 e i 9 metri a seconda del tipo di pesca che si vuole mettere in atto e della profondità del corso d’acqua scelto; ad essa viene legata la lenza con il galleggiante.
Le canne per la passata sono realizzate in carbonio o altri materiali compositi.
Mulinelli
Viene applicato sulle canne bolognesi ed ha una funzione importantissima: regolare la frizione, la quale controlla la fuoriuscita del filo e permette così di catturare prede di dimensioni maggiori e più resistenti.
Quello più usato per la pesca a passata è il mulinello a bobina fissa con filo di nylon, compatto e leggero.
Filo
Il filo può essere intrecciato oppure monofilo, e il suo diametro varia a seconda della misura della canna da pesca e della specie di pesce che si intende predare.
Galleggiante
Uno degli elementi fondamentali della pesca a passata è il galleggiante, che serve a percepire le toccate del pesce. Come abbiamo accennato in precedenza, ne esistono di diversi tipi, che si differenziano principalmente per la forma e il peso, il che li rende maggiormente indicati per un tipo di corso d’acqua piuttosto che per un altro.
Piombi
Hanno il compito di tenere tesa la lenza e di stabilizzare il galleggiante. Anche in questo caso, ne esistono di molteplici tipologie che possono anche essere combinate tra loro.
Ami e esche
Costituiscono la parte terminale della canna da pesca, e sono il punto di cattura del pesce che abbocca.
Conclusioni
La pesca a passata rappresenta dunque una tecnica relativamente semplice che può essere adoperata anche dai principianti, ma che per rivelarsi fruttuosa richiede comunque un buon grado di pratica e di sensibilità, oltre che un’elevata dose di pazienza.