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Pesca in mare 

By  Alex

La pesca è indubbiamente tra gli sport più amati nel nostro Paese, questo grazie anche alle tantissime tipologie esistenti, ai diversi luoghi in cui è possibile praticarla e alle molteplici tecniche da poter mettere in atto. Oggi ci concentriamo in particolar modo sulla pesca in mare, ampiamente praticata lungo le coste italiane e apprezzata da milioni di pescatori. Vediamo dunque tutto ciò che occorre sapere su questa specifica tipologia di pesca e quali caratteristiche la contraddistinguono.

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Gli spot di pesca in mare

Prima di tutto è importante specificare che la pesca in mare può essere praticata in diversi spot, ovvero da diversi luoghi che a seconda dei casi possono essere ad esempio gli scogli, la riva, la barca, la canoa oppure in alto mare. Vediamo nello specifico le caratteristiche della pesca in ogni singolo spot.

Dalla barca

La pesca in mare dalla barca è indubbiamente una delle più praticate, e in genere la tecnica più utilizzata è detta bolentino, come vedremo in seguito. In questo caso la pesca avviene dalla barca in direzione verticale per arrivare ai pesci sul fondo. Tuttavia, molto spesso, dalla barca è possibile pescare anche a traina (costiera, d’altura o veloce a seconda dei casi), a spinning, con il palamito o a drifting.

In canoa

Sono sempre di più gli appassionati che decidono di praticare la pesca in mare dalla canoa, nonostante quest’ultima sia una pratica relativamente recente. Tra le tecniche più utilizzate dalla canoa troviamo la traina leggera e lo spinning. Ciò che contraddistingue questo particolare spot è la possibilità di pescare rimanendo seduti oppure in piedi, anche se in quest’ultimo caso occorre essere dotati di un buon equilibrio.

È importante tenere in considerazione, però, che le canoe da pesca differiscono da quelle più classiche proprio per una maggiore stabilità, una migliore sicurezza e la divisione in diversi spazi per contenere tutta l’attrezzatura necessaria. Inoltre, una canoa da pesca può essere motorizzata, oppure a pedali o a remi. In altre parole si tratta di un mezzo veramente utile per pescare in spot del mare non raggiungibili da terra o con grandi imbarcazioni.

Dalla riva

Passiamo ora alla pesca in mare dalla riva, altrettanto apprezzata e praticata. In questo caso sono ancora di più le tecniche da poter mettere in atto per la cattura del pesce. Tra queste la bolognese, il surf casting, l'eging e lo spinning. Tra queste si consiglia poi in particolar modo proprio il surf casting, una tecnica che vedremo nello specifico in seguito. Ovviamente, la scelta della tecnica dipende poi dalla tipologia di pesce che si desidera insidiare.

Dagli scogli

Per ciò che riguarda la pesca in mare dagli scogli, le principali tecniche consigliate sono lo spinning e il rock fishing, soprattutto per ciò che riguarda scogliere alte. Dagli scogli più bassi e piccoli è invece possibile utilizzare anche la bolognese. Il tutto facendo sempre molta attenzione poiché rispetto ad altri spot, gli scogli possono risultare più pericolosi.

In alto mare

Infine, è possibile praticare pesca in mare anche al largo, ovviamente con l’utilizzo di imbarcazioni, ed è per questo che le tecniche non differiscono da quelle utilizzate per la pesca in mare dalla barca. Ciò che cambia andando in alto mare è appunto la profondità del fondale che deve essere valutata per scegliere la migliore tecnica da mettere in atto in base al tipo di pesce che si vuole catturare.

Le tecniche di pesca in mare

Ora vediamo più nello specifico le tecniche prima indicate per poter scegliere la migliore a seconda dei casi.

pesca in mare tecniche

Spinning

Partiamo con la tecnica a spinning, la quale prevede l’utilizzo di un particolare accessorio metallico la cui forma ricorda quella di un cucchiaio. Avvolgendo la lenza con l’ausilio del mulinello, questo accessorio viene fatto roteare nell’acqua per creare un movimento tipico a quello dei piccoli pesci. In questo modo è possibile attirare i pesci predatori e tentare di pescarli.

Per praticare questa tecnica vi sono delle canne da pesta apposite caratterizzate da parametri precisi che riguardano in particolar modo azione, lunghezza e potenza. Come già accennato, è una tecnica indicata per tutti i tipi di spot della pesca in mare. Ovviamente è fondamentale l’utilizzo di una buona esca, fresca o artificiale, con la quale insidiare soprattutto tonni e spigole.

Bolognese

La pesca alla bolognese da praticare in mare è una tecnica semplice ma al tempo stesso notoriamente efficace. Il nome deriva proprio dalla canna da pesca necessaria per mettere in pratica questa tecnica. Questa canna presenta una struttura leggera e resistente, di lunghezza tra i 4 e gli 8 metri, e può essere declinata in varie tipologie a seconda del tipo di pesce che si vuole insidiare.

All'inglese

Passiamo poi alla tecnica di pesca all’inglese, da praticare in mare quando quest’ultimo inizia a calmarsi dopo una mareggiata. I pesci iniziano ad avvicinarsi alla ricerca di prede ed è proprio grazie questo che è possibile avere battute di pesca fruttuose. Per pescare all’inglese si utilizza molto spesso un pasturatore per far avvicinare i pesci al proprio spot. E in merito appunto agli spot di pesca dove questa tecnica viene più utilizzata troviamo moli e scogliere. Con questa tecnica è possibile insidiare con più facilità spigole, orate e saraghi.

Bolentino

Il bolentino è una delle tecniche maggiormente utilizzate per la pesca in mare e in particolar modo dalla barca. A seconda della profondità del fondale, viene utilizzata una canna da pesca di lunghezza variabile, mentre la pesca viene in ogni caso praticata sulla verticale della barca per insidiare le prede presenti sul fondo.

Questa tecnica è indicata in fondali che non superano i 50 metri di profondità, e per la pesca di serrani, pagelli, orate, saraghi, tanute, suri, e altri pesci tipici della costa. Quando invece si pesca in fondali più profondi è possibile parlare di bolentino pesante, volto alla cattura di pesci tipici delle profondità marine.

A fondo

La tecnica di pesca a fondo in mare viene generalmente praticata dalla riva, dalle scogliere oppure dai moli. Come dice lo stesso nome, il principale obiettivo di questa tecnica è portare l’esca sul fondo per insidiare pesci che solitamente sono soliti muoversi proprio in quelle zone. Tra i principali troviamo ad esempio spigole, orate e saraghi.

A traina

Passiamo ora alla pesca a traina, la quale viene praticata in mare dalla barca o dalla canoa. In genere si può parlare però di due differenti tipologie: una prevalentemente costiera con l’utilizzo di attrezzature leggere; e una d’altura destinata invece alla cattura di pesci di peso e dimensioni maggiori. Con la prima tipologia è più semplice pescare dentici, spigoletunnidi, bonitilampughe. Mentre con la seconda si è soliti insidiare pesci come tonni, pesci spada e ricciole. In ogni caso, si pratica trainando un'esca viva o artificiale proprio attraverso l’utilizzo di un’imbarcazione.

A drifting

La particolarità della pesca a drifting è lo spot, poiché deve essere pratica su un’imbarcazione in deriva, dunque non ancorata. Si tratta di una tecnica specifica che prevede una pasturazione continua e l’utilizzo in particolar modo della sarda come esca. Inoltre, questa tecnica permette di insidiare prede come pesce spada, tonni alletterati, tonni rossi o comunque pesci dalle dimensioni notevoli.

Con il palamito

La pesca con il palamito consiste in una tecnica che vede l’utilizzo di un sistema di ami legati fra loro. Si tratta di un tipo di pesca statico, poiché una volta lasciato appunto il palamito sul fondale occorre attendere con pazienza dalle 2 alle 6 ore prima di ritirarlo in superficie. È importate che, durante la pesca, i palamiti vengano appositamente segnalati da una boa con bandierina.

Surf casting

Passiamo anche al surf casting, una tecnica molto apprezzata che può essere praticata in mare con canne da fondo, dalla grammatura variabile da 80 g a 300 g, in base ovviamente al tipo di pesce che si desidera insidiare. Questa tecnica viene praticata prevalentemente dalla spiaggia o dagli scogli, ovvero i luoghi nei quali le onde sono solite infrangersi. Si tratta di una tecnica di pesca finalizzata alla cattura di pesci di grossa taglia che vengono sapientemente attirati nelle acque più basse.

Eging

Infine troviamo l'eging, ovvero la pesca sportiva ai calamari. Questa tecnica praticata in mare dalla riva o dalla barca permette infatti la cattura di seppie e calamari. Occorrono in particolare delle esche naturali o artificiali dette totanare, e a seconda dei casi prevede l’utilizzo di traina, bolentino oppure pesca al lancio.

Periodi di pesca in mare

La pesca in mare può essere praticata in diversi periodi dell’anno, facendo ovviamente particolare attenzione alle condizioni atmosferiche e del mare stesso. Ad esempio, nel periodo invernale e più freddi come dicembre, gennaio e febbraio, è possibile pescare ottime spigole a spinning, granchi se il mare risulta particolarmente calmo, calamari e seppie con l’eging, e sagari, spigole e mormore con il surf casting.

Per ciò che riguarda invece i mesi di marzo, aprilemaggio e giugno, è possibile pescare orate e pesci balestra grazie al rialzo delle temperature. Così come i sugarelli nelle ore notturne, e leccie stelle a spinning. Inoltre, in questo periodo, è possibile insidiare anche pesci serra soprattutto nelle vicinanze delle foci.

Continuando poi con il periodo che corrisponde ai mesi più caldi di luglio e agosto, la pesca in mare si riduce e spesso è consentita soltanto nelle ore notturne. In ogni caso, in questo particolare periodo la pesca tende a ridursi a pesci serra e mormore.

Infine, nei mesi di settembre, ottobre novembre, con l'arrivo dell'autunno, è possibile insidiare in mare molteplici specie ittiche, in particolare sotto costa. Tra queste le orate e i pesci balestra, leccie stelle, ricciole e lampughe.

L'attrezzatura e gli accessori per la pesca in mare

Come è possibile notare dai paragrafi precedenti, a seconda della tecnica che si va a utilizzare per la spesa in mare, corrispondono diverse attrezzature specifiche. Prendendo dunque atto di questo, vediamo in generale le attrezzature da utilizzare per la pesca in mare.

Canne da pesca

Le canne da pesca da utilizzare per la pesca in mare sono molteplici in base appunto alla tecnica scelta. Tuttavia si consiglia in particolar modo la bolognese, in resistente fibra di carbonio e dalla lunghezza di circa 4 metri. Meglio ancora se di modello polivalente.

Mulinello

Per ciò che riguarda il mulinello, anche in questo caso ne esistono di varie tipologie, ma per la pesca in mare sono consigliati anche i modelli più semplici ed economici.

Montature

Per la montatura è importante utilizzare un buon filo, e a tal proposito si consiglia due monofili di nylon da 0,30 mm di diametro per la lenza. Oltre a questo non possono mancare galleggianti, piombini, ami ed esche variabili in base alla tipologia di pesce che si vuole catturare.

Esche

Le esche da poter utilizzare per la pesca in mare sono molteplici poiché come abbiamo detto, variano a seconda di ciò che si vuole pescare. In ogni caso è possibile distinguere tra esche vive oppure artificiali. E a queste è possibile unire l’utilizzo di pasture per attirare il pesce allo spot. Tra le esche vive si consigliano soprattutto vermi, tremoline, arenicole, bibi, granchi, gamberi, sarde, sardine, cefalopodi, cannolicchi e cozze.

Licenza di pesca in mare: come funziona e come ottenere il permesso

Per pescare in mare occorre essere in possesso di un permesso che è possibile ottenere gratuitamente sul sito Ministero delle Politiche agricole. Ovviamente è permessa però solo la pesca sportiva e dunque non finalizzata alla vendita del prodotto. Il permesso ad oggi è obbligatorio, ed è importante portare con sé durante le battute di pesca l’autorizzazione che viene rilasciata dopo l’iscrizione al sito precedentemente indicato con tutti i dati correttamente inseriti.

Per pescare in mare, inoltre, è fondamentale essere in possesso di licenza, per professionisti oppure per dilettanti. La prima, valida 10 anni, si ottiene con un corso organizzato dall'Ente territoriale e dopo aver superato un test di idoneità all'esercizio della pesca professionale e pagato la tassa annuale. Il secondo, si ottiene invece con un permesso regionale valido un anno e il pagamento, anche in questo caso, di una tassa annuale.

L'autore - Alex

Appassionato di pesca e sport all'aria aperta sin da bambino, ama passare il suo tempo libero praticando Spinning e scrivendo articoli utili per aiutarti ad ottenere più risultati nelle tue battute di pesca.

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